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Esraa sequestrata e torturata

Esraa Abdelfattah, volto símbolo della Rivoluzione egiziana del 2011, candidata al Nobel per la Pace nello stesso anno, è stata sequestrata e torturata dal regime egiziano il 12 ottobre scorso. Esraa – a cui dal 2015 è stato interdetto di viaggiare all’estero – è una grande amica di Maydan, per cui ha generosamente prestato la sua voce (video). Denunciamo questo ennesimo episodio di repressione brutale che colpisce la migliore gioventù egiziana, nel silenzio patetico di un’Europa inerme e impotente. Pubblichiamo sotto la descrizione di quanto accaduto, ricostruita grazie alla nostra rete di attivisti e contatti.

Un’altra storia terribile di repressione con protagonista ancora una volta una donna. Il sequestro, la detenzione arbitraria e la tortura della difensora dei diritti umani Esraa Abdelfattah è un nuovo segnale dell’incremento della brutalità nei confronti degli attivisti per i diritti umani da parte delle autorità egiziane, con l’evidente obiettivo di seminare il terrore fra critici e oppositori.
Esraa Abdelfattah è stata aggredita e sequestrata il 12 ottobre da uomini in borghese appartenenti alle forze di sicurezza. Il giorno successivo ha riferito alla Procura suprema per la Sicurezza dello Stato di essere stata picchiata, tenuta in piedi per quasi otto ore e aver subito un tentativo di strangolamento. Il racconto delle torture subite da Esraa Abdelfattah a pochi giorni da quanto accaduto in custodia al noto blogger Alaa Abdelfattah, che ha descritto un simile calvario, è un’indicazione allarmante del crescente ricorso da parte delle autorità egiziane a tattiche brutali per reprimere il dissenso.

Esraa è vittima di accuse pretestuose ed è detenuta arbitrariamente per via del suo lavoro in difesa dei diritti umani. Deve essere rilasciata immediatamente e senza condizioni!
Esraa è stata prelevata di notte dalla sua automobile e portata in un luogo di detenzione non precisato, gestito dall`Agenzia per la sicurezza nazionale, da dove non ha potuto contattare i suoi familiari, né i suoi legali.
Le modalità di arresto – sequestrata da agenti in borghese e portata via in un furgoncino in pubblico – segnano una nuova allarmante tendenza nel modo in cui i difensori dei diritti umani sono presi di mira dalle autorità egiziane. Dopo l’arresto, un agente dell’Agenzia l’ha minacciata perché non voleva fornire il codice per sbloccare il suo telefono cellulare. A quel punto, diversi uomini sono entrati nella stanza e hanno iniziata a colpirla sul viso e sul corpo. L’agente è rientrato e al nuovo rifiuto di Esraa di sbloccare il telefono le ha tolto la felpa e l’ha usata per strangolarla, dicendole: “La tua vita in cambio del telefono”, fino a quando Esraa è stata costretta a rivelare il pin. È stata dunque ammanettata in modo da non potersi sedere o inginocchiare, e così è stata fatta rimanere per otto ore. Un altro agente l’ha inoltre minacciata di nuove torture se avesse riferito l’accaduto al pubblico ministero.

15/10/2019

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